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giovedì 12 settembre 2013

Massaggio a sorpresa - 1


Un venerdì pomeriggio decisi di approfittare della promozione che la mia estetista aveva deciso di offrire alle clienti. Un'ora di massaggio rilassante a metà prezzo. Solo di venerdì, solo di pomeriggio. Mi aspettavo di non riuscire nemmeno a trovare posto e invece con appena due giorni di anticipo mi avevano fissato subito l'appuntamento. "E' perché abbiamo un nuovo acquisto, una nuova collaboratrice...ti presento Laura" mi disse la titolare, con la quale ci conosciamo da tempo.
Mi accomodai in cabina massaggi, che era calda e profumata di incensi e olii e mi fu dato il perizoma usa e getta da indossare. "Guarda, Laura, scusami" dissi "se per te non è un problema vorrei non indossare niente...il tessuto di cellulosa degli indumenti usa e getta mi crea un po' di irritazione...magari se ti imbarazza, rimetto i miei slip" tanto, pensavo, quella striscia di carta mica copriva niente.... Laura mi confermò che potevo rimanere nuda. Mi stesi prona sul lettino, con il viso nel foro apposito che serve a decontratturare la postura del collo e dopo pochissimi massaggi, crollai sfinita e dormii profondamente. In quel periodo, infatti, il mio amante era tornato dalla missione all'estero e mi passava a prendere tutte le notti all'una per riaccompagnarmi a casa alle cinque. Così, poiché io e mio marito siamo sempre andati a letto a mezzanotte ed alzati alle sei per andare al lavoro, dormivo solo un paio d'ore e per il resto erano quattro ore di sesso sfrenato in auto. A sentire parlare di scopate e pompini, allora, mi veniva in automatico un mal di testa da sonno e fatica e appena ci stava (per la pace familiare) il giro del sabato sera con la verga di mio marito.
Mi svegliai poco prima che Laura mi chiedesse di girarmi. Nel dormiveglia rimasi immobile perché sentii un peso sudato sul mio corpo, le mani che scivolavano via dalle natiche ben aperte, tra le quali mi sembrava di sentire infilato un dito. Pensai fosse la coda di un sogno o cosa simile, ma non mi mossi, facendo finta di dormire ancora. Sentii chiaramente un dito scorrere lubrificato nello sfintere, che mi accorsi di aprire e chiudere con piacere, senza controllo. Sentivo la vagina bagnata e non era olio da massaggio, perché l'umore continuava a scendere viscido e caldo, prodotto dal piacere della penetrazione anale. Potevo immaginare fosse Laura, ma ero abituata che le mani su di me fossero maschili e rimasi molto molto imbarazzata...soprattutto perché non potevo negarmi che il tocco era sapiente e la cosa mi piaceva, nonostante provassi un po’ di schifo a subire assalto sessuale da una donna.
Perché di questo ormai si trattava. Un altro dito, timido, si stava infilando nella vagina e il pollice premeva sul clitoride. Sicuramente lei sentiva che mi bagnavo sempre di più, ma era certa che dormissi perché ad un tratto si staccò e per un attimo non sentii più nulla, salvo poi ritrovarmi le sue tettine a strofinarmi le piante dei piedi. Riconoscevo i capezzoli turgidi e caldi e lo sfioramento aumentava l’eccitazione. Volevo che qualcuno succhiasse i miei, invece di essere usata per il piacere dei quella. Quindi decisi di fingere di svegliarmi d’un tratto e stare a vedere l’effetto che faceva.
Laura sapeva controllarsi, era sudatissima, ma calma e sembrava che non avesse goduto di me fino ad allora. Mi chiese di girarmi supina e di lasciarmi andare al relax.
Pochi massaggi, poi evidentemente non ce la fece più e la sua eccitazione tornò a galla, ordinandole di finire      quel che aveva iniziato.
Io aspettavo il momento in cui avrebbe osato, poiché ora ero sveglia, potevo vederla e potevo muovermi.
Nel massaggiarmi una gamba, mise la caviglia sulla sulla sua spalla, alzandomi l’anca a spalancando le gambe. I suoi occhi furono subito sul mio sesso bagnato.
“Scusa se guardo” mi disse “ma,sai, non so se per te è un problema, ma io… sono lesbica. La titolare non lo sa, non mi permetterebbe di lavorare qui. Ti chiedo di non diglielo, se puoi, e… perdonami ma ti guardo da prima, mi ecciti ed hai una figa bagnatissima, con questo massaggio”. Ecco c’eravamo.
Non risposi nulla, le sorrisi per rassicurarla. Non avrei detto niente. Chiusi gli occhi e le dissi “Finisci quello che hai iniziato prima”.
No se lo fece ripetere...

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