Mi
accomodai in cabina massaggi, che era calda e profumata di incensi e olii e mi
fu dato il perizoma usa e getta da indossare. "Guarda, Laura,
scusami" dissi "se per te non è un problema vorrei non indossare
niente...il tessuto di cellulosa degli indumenti usa e getta mi crea un po' di
irritazione...magari se ti imbarazza, rimetto i miei slip" tanto, pensavo,
quella striscia di carta mica copriva niente.... Laura mi confermò che potevo
rimanere nuda. Mi stesi prona sul lettino, con il viso nel foro apposito che
serve a decontratturare la postura del collo e dopo pochissimi massaggi,
crollai sfinita e dormii profondamente. In quel periodo, infatti, il mio amante
era tornato dalla missione all'estero e mi passava a prendere tutte le notti
all'una per riaccompagnarmi a casa alle cinque. Così, poiché io e mio marito
siamo sempre andati a letto a mezzanotte ed alzati alle sei per andare al lavoro,
dormivo solo un paio d'ore e per il resto erano quattro ore di sesso sfrenato
in auto. A sentire parlare di scopate e pompini, allora, mi veniva in
automatico un mal di testa da sonno e fatica e appena ci stava (per la pace
familiare) il giro del sabato sera con la verga di mio marito.
Mi
svegliai poco prima che Laura mi chiedesse di girarmi. Nel dormiveglia rimasi
immobile perché sentii un peso sudato sul mio corpo, le mani che scivolavano
via dalle natiche ben aperte, tra le quali mi sembrava di sentire infilato un
dito. Pensai fosse la coda di un sogno o cosa simile, ma non mi mossi, facendo
finta di dormire ancora. Sentii chiaramente un dito scorrere lubrificato nello
sfintere, che mi accorsi di aprire e chiudere con piacere, senza controllo. Sentivo
la vagina bagnata e non era olio da massaggio, perché l'umore continuava a
scendere viscido e caldo, prodotto dal piacere della penetrazione anale. Potevo
immaginare fosse Laura, ma ero abituata che le mani su di me fossero maschili e
rimasi molto molto imbarazzata...soprattutto perché non potevo negarmi che il
tocco era sapiente e la cosa mi piaceva, nonostante provassi un po’ di schifo a
subire assalto sessuale da una donna.
Perché
di questo ormai si trattava. Un altro dito, timido, si stava infilando nella
vagina e il pollice premeva sul clitoride. Sicuramente lei sentiva che mi
bagnavo sempre di più, ma era certa che dormissi perché ad un tratto si staccò
e per un attimo non sentii più nulla, salvo poi ritrovarmi le sue tettine a
strofinarmi le piante dei piedi. Riconoscevo i capezzoli turgidi e caldi e lo
sfioramento aumentava l’eccitazione. Volevo che qualcuno succhiasse i miei,
invece di essere usata per il piacere dei quella. Quindi decisi di fingere di
svegliarmi d’un tratto e stare a vedere l’effetto che faceva.
Laura
sapeva controllarsi, era sudatissima, ma calma e sembrava che non avesse goduto
di me fino ad allora. Mi chiese di girarmi supina e di lasciarmi andare al
relax.
Pochi
massaggi, poi evidentemente non ce la fece più e la sua eccitazione tornò a
galla, ordinandole di finire quel che
aveva iniziato.
Io
aspettavo il momento in cui avrebbe osato, poiché ora ero sveglia, potevo
vederla e potevo muovermi.
Nel
massaggiarmi una gamba, mise la caviglia sulla sulla sua spalla, alzandomi
l’anca a spalancando le gambe. I suoi occhi furono subito sul mio sesso
bagnato.
“Scusa
se guardo” mi disse “ma,sai, non so se per te è un problema, ma io… sono
lesbica. La titolare non lo sa, non mi permetterebbe di lavorare qui. Ti chiedo
di non diglielo, se puoi, e… perdonami ma ti guardo da prima, mi ecciti ed hai
una figa bagnatissima, con questo massaggio”. Ecco c’eravamo.
Non
risposi nulla, le sorrisi per rassicurarla. Non avrei detto niente. Chiusi gli
occhi e le dissi “Finisci quello che hai iniziato prima”.
No
se lo fece ripetere...
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