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giovedì 12 settembre 2013

Chi la fa, l’aspetti - 2


Poche settimane fa il mio amante è tornato a casa per un periodo. Notti di fuoco, nonostante il mese di giugno fosse parecchio piovoso. Naturalmente tra noi c'è ben altro che una relazione solo fisica e passiamo anche parte del tempo a parlare e a dirci proprio tutto.

Fu così che non resistetti e gli raccontai dell'episodio dell'estetista.

Certe cose non puoi raccontarle per e-mail o per telefono quelle rare volte che puoi avere a disposizione un po' di tempo. Così ho rimandato a quando se ne fosse presentata l'occasione.

Tradimento o non tradimento era il tema sul quale mi aspettavo di discutere, ma il focus si era spostato su un altro argomento.

Dopo avergli descritto molto bene, e ripetuto e confermato come fosse questa Laura, lui mi dette la certezza che si trattava di una sua ex amante con la quale aveva chiuso in malo modo i rapporti quando lui l'aveva sorpresa a letto con un'altra.

Corrispondeva.

"Attenta, mi disse, è una stalker. Se ti ha preso di mira non ti molla più. Ed e' perché sa qualcosa di te e me."

Il dubbio che, quindi, mi era sorto era che quello che era avvenuto non fosse stato casuale. Certo, trovare lavoro proprio dall'estetista che frequentavo io, quello poteva essere casuale. Ma l'episodio lesbo magari era un piano improvvisato lì per lì dopo avermi riconosciuta. Una sorta di

rivalsa nei confronti del suo ex e del mio amante.... come dire "Me la sono fatta anch'io, la tua donna".

Per un po' di giorni questa cosa divenne un tarlo. Passavo spesso davanti al centro estetico e non mi decidevo ad entrare, anche perchénon sapevo bene cosa avrei fatto. La spiavo, sapevo orari d'entrata e d'uscita, se e quando aveva una pausa caffè, chi incontrava, mi ero spinta fin dove abitava. La stalker ero io.

Avevo notato che arrivava al lavoro, usciva in pausa e se ne andava sempre con una collega che però non avevo mai visto prima. Forse aveva legato con una nuova assunta come lei, per solidarietà o per... attrazione.

Ad un certo punto, il problema divenne per me insostenibile. Dovevo affrontarla.

Così mi decisi ed entrai nel centro estetico per cercare una scusa. Mi venne incontro la titolare, che con gran sorrisi e complimenti mi parlò di un nuovo trattamento che stava proponendo alle clienti che abitualmente facevano la ceretta. A metà prezzo, il giovedì pomeriggio, avrei potuto provare l'epilazione con pasta di zucchero una tecnica nordafricana praticata fin dai tempi degli antichi egizi e bla bla bla.... La cosa mi interessava, ma mi interessava ancor più incontrare Laura. Così chiesi esplicitamente di lei e trovai il modo di fissare un appuntamento.

Il giovedì, mi presentai con un perizoma molto seducente, sapendo che l'epilazione riguardava anche l'inguine e attendevo di tenderle la tela del ragno.

Invece, mio malgrado, non era sola, ma accompagnata dall'altra collega con la quale la vedevo sempre insieme. Non sarebbe quindi accaduto nulla, immaginai.

Ma ormai ero li ed ero anche paziente. Forse potevo cogliere qualche occasione e volgerla a mio favore.

L'epilazione con pasta di zucchero e' effettivamente fatta usando una sorta di caramello, quindi commestibile. La titolare entrò subito mentre mi sistemavo sul lettino e mi illustrò il procedimento, i vantaggi e poi chiese, come completando una poesia imparata a memoria al corso che aveva fatto, a Laura di farmi assaggiare il caramello, cosi che potessi verificare era proprio commestibile. Salutò e passò ad un'altra cliente che l'aspettavo in un'altra cabina.

Laura prese con un bastoncino di legno della pasta color miele dal barattolo sul fornelletto e me lo porse. Io appositamente non allungai la mano per afferrarlo, ma me lo feci offrire, aprendo la bocca perché me lo facesse colare dentro.

Laura mi guardò maliziosa, fece quello che doveva fare molto lentamente, imboccandomi infine perché leccassi il bastoncino e lo ripulissi per bene. Poi passò della pasta alla collega e se ne prese per sè ed entrambe cominciarono a stendermela sulle gambe. Devo dire che a differenza della caretta normale, l'epilazione a pasta di zucchero e' molto sensuale, quasi erotica, e non me lo aspettavo. Non da' dolore, se non una piacevolissima sensazione di sofferenza fuggevole e circoscritta, che quasi diventa piacere. Il resto e' un massaggio lento e prolungato per stendere la pasta. Tanto lento che ci sarebbero volute quasi due ore per una depilazione completa. Mi abbandonai a quella sensazione imprevista, senza però perdere lucidità e prontezza di riflessi. Anzi, enfatizzavo l'abbandono per spingere la situazione in una certa direzione, anche se ero convinta che con l'altra presente, Laura non avrebbe fatto nulla.

Incrociai il suo sguardo mentre con sguardo languido mi leccavo le labbra dal caramello e poi ancora mentre mi apriva le gambe per stendere la pasta sull'inguine. Quello era un punto critico. O cedeva li o non avevo altra chance.

Non resistette, mi infilò la mano come per sbaglio nella vagina già umida dall'effetto ceretta e se ne sorprese, ma questo le dette definitivamente coraggio perché con un'occhiata indicò alla sua collega di assicurarsi che la porta fosse chiusa, e di stare in silenzio.

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1 commento:

  1. ho letto la ferrari e chi la fa l'aspetti , rendi molto bene la situazione e susciti una gran voglia. complimenti
    iggor

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