Fu
così che non resistetti e gli raccontai dell'episodio dell'estetista.
Certe
cose non puoi raccontarle per e-mail o per telefono quelle rare volte che puoi
avere a disposizione un po' di tempo. Così ho rimandato a quando se ne fosse
presentata l'occasione.
Tradimento
o non tradimento era il tema sul quale mi aspettavo di discutere, ma il focus
si era spostato su un altro argomento.
Dopo
avergli descritto molto bene, e ripetuto e confermato come fosse questa Laura,
lui mi dette la certezza che si trattava di una sua ex amante con la quale
aveva chiuso in malo modo i rapporti quando lui l'aveva sorpresa a letto con
un'altra.
Corrispondeva.
"Attenta,
mi disse, è una stalker. Se ti ha preso di mira non ti molla più. Ed e' perché
sa qualcosa di te e me."
Il
dubbio che, quindi, mi era sorto era che quello che era avvenuto non fosse
stato casuale. Certo, trovare lavoro proprio dall'estetista che frequentavo io,
quello poteva essere casuale. Ma l'episodio lesbo magari era un piano improvvisato
lì per lì dopo avermi riconosciuta. Una sorta di
rivalsa
nei confronti del suo ex e del mio amante.... come dire "Me la sono fatta
anch'io, la tua donna".
Per
un po' di giorni questa cosa divenne un tarlo. Passavo spesso davanti al centro
estetico e non mi decidevo ad entrare, anche perchénon sapevo bene cosa avrei
fatto. La spiavo, sapevo orari d'entrata e d'uscita, se e quando aveva una
pausa caffè, chi incontrava, mi ero spinta fin dove abitava. La stalker ero io.
Avevo
notato che arrivava al lavoro, usciva in pausa e se ne andava sempre con una
collega che però non avevo mai visto prima. Forse aveva legato con una nuova
assunta come lei, per solidarietà o per... attrazione.
Ad
un certo punto, il problema divenne per me insostenibile. Dovevo affrontarla.
Così
mi decisi ed entrai nel centro estetico per cercare una scusa. Mi venne
incontro la titolare, che con gran sorrisi e complimenti mi parlò di un nuovo
trattamento che stava proponendo alle clienti che abitualmente facevano la
ceretta. A metà prezzo, il giovedì pomeriggio, avrei potuto provare
l'epilazione con pasta di zucchero una tecnica nordafricana praticata fin dai
tempi degli antichi egizi e bla bla bla.... La cosa mi interessava, ma mi
interessava ancor più incontrare Laura. Così chiesi esplicitamente di lei e
trovai il modo di fissare un appuntamento.
Il
giovedì, mi presentai con un perizoma molto seducente, sapendo che l'epilazione
riguardava anche l'inguine e attendevo di tenderle la tela del ragno.
Invece,
mio malgrado, non era sola, ma accompagnata dall'altra collega con la quale la
vedevo sempre insieme. Non sarebbe quindi accaduto nulla, immaginai.
Ma
ormai ero li ed ero anche paziente. Forse potevo cogliere qualche occasione e
volgerla a mio favore.
L'epilazione
con pasta di zucchero e' effettivamente fatta usando una sorta di caramello,
quindi commestibile. La titolare entrò subito mentre mi sistemavo sul lettino e
mi illustrò il procedimento, i vantaggi e poi chiese, come completando una
poesia imparata a memoria al corso che aveva fatto, a Laura di farmi assaggiare
il caramello, cosi che potessi verificare era proprio commestibile. Salutò e
passò ad un'altra cliente che l'aspettavo in un'altra cabina.
Laura
prese con un bastoncino di legno della pasta color miele dal barattolo sul
fornelletto e me lo porse. Io appositamente non allungai la mano per
afferrarlo, ma me lo feci offrire, aprendo la bocca perché me lo facesse colare
dentro.
Laura
mi guardò maliziosa, fece quello che doveva fare molto lentamente, imboccandomi
infine perché leccassi il bastoncino e lo ripulissi per bene. Poi passò della
pasta alla collega e se ne prese per sè ed entrambe cominciarono a stendermela
sulle gambe. Devo dire che a differenza della caretta normale, l'epilazione a
pasta di zucchero e' molto sensuale, quasi erotica, e non me lo aspettavo. Non
da' dolore, se non una piacevolissima sensazione di sofferenza fuggevole e
circoscritta, che quasi diventa piacere. Il resto e' un massaggio lento e
prolungato per stendere la pasta. Tanto lento che ci sarebbero volute quasi due
ore per una depilazione completa. Mi abbandonai a quella sensazione imprevista,
senza però perdere lucidità e prontezza di riflessi. Anzi, enfatizzavo
l'abbandono per spingere la situazione in una certa direzione, anche se ero
convinta che con l'altra presente, Laura non avrebbe fatto nulla.
Incrociai
il suo sguardo mentre con sguardo languido mi leccavo le labbra dal caramello e
poi ancora mentre mi apriva le gambe per stendere la pasta sull'inguine. Quello
era un punto critico. O cedeva li o non avevo altra chance.
Non
resistette, mi infilò la mano come per sbaglio nella vagina già umida
dall'effetto ceretta e se ne sorprese, ma questo le dette definitivamente
coraggio perché con un'occhiata indicò alla sua collega di assicurarsi che la
porta fosse chiusa, e di stare in silenzio.
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ho letto la ferrari e chi la fa l'aspetti , rendi molto bene la situazione e susciti una gran voglia. complimenti
RispondiEliminaiggor